Sostieni il forum con una donazione! Il tuo contributo ci aiuterà a rimanere online!
Immagine

Alimentatori e cadute di tensione

Discussioni di carattere generale sugli amplificatori valvolari...
Rispondi
dunn
Diyer Aiutante
Diyer Aiutante
Messaggi: 71
Iscritto il: 13/02/2009, 13:57

Alimentatori e cadute di tensione

Messaggio da dunn » 12/05/2009, 19:40

:bye1: a tutti,
leggo sul forum che per conoscere il valore di una tensione continua è necessario moltiplicare per SQRT(2) la tensione alternata diminuita dell'eventuale caduta di tensione provocata dai diodi raddrizzatori ( pochi volt per quelli al silicio e svariate decine per i diodi a vuoto, mi sembra che alcuni causino una caduta addirittura di 50V! ), a questo punto pongo due domande :
1) SQRT(2) per me rappresenta un dogma, chi mi può spiegare tale formula  :????:

2) ho letto anche che nel dimensionamento dell'alimentatore bisogna tener conto anche della caduta di tensione introdotta dal TU e dall'induttanza di filtro. Sono cadute di tensione effettivamente rilevanti ? In fase di progettazoine teorica a tavolino con matita e calcolatrice come è possibile sapere quanto influiranno ?
:Gra_1: a tutti

Avatar utente
simbol
Diyer
Diyer
Messaggi: 154
Iscritto il: 15/09/2006, 19:25
Località: Don't worry, be happy!

Re:Alimentatori e cadute di tensione

Messaggio da simbol » 12/05/2009, 20:42

Ciao dunn, alla prima ti rispondo io!
Se vuoi conoscere un valore efficace, allora devi dividere il valore massimo per sqrt(2). Questo vale solo nel caso di segnali sinusoidali, quindi quelli che interessano a noi!
Tutto deriva dal fatto che il valore efficace (rms) si ottiene facendo la radice quadrata della media dei quadrati di tutti i valori campionati del segnale. Scusa il gioco di parole!

Xrms=sqrt[(X,1^2+X,2^2+...+X,N^2)/N]=Xmax/sqrt(2)
Don't worry, be happy!

Avatar utente
mario.ferroni
Diyer Esperto
Diyer Esperto
Messaggi: 385
Iscritto il: 14/08/2008, 19:42

Re:Alimentatori e cadute di tensione

Messaggio da mario.ferroni » 12/05/2009, 21:09

Spero di aver frainteso la domanda... red_face non mi linciare dunn ma se ho capito bene la tua domanda, SQRT(2) in pratica è la radice quadrata di 2=1.4142 (approssimato)

Avatar utente
_Alex_
Garzone di Roger Mayer
Garzone di Roger Mayer
Messaggi: 1219
Iscritto il: 20/06/2008, 5:37
Località: Campobasso

Re:Alimentatori e cadute di tensione

Messaggio da _Alex_ » 12/05/2009, 22:46

Esatto, è la radice quadrata di 2.

Per la seconda domanda è una diretta conseguenza della legge di Ohm ed una questione pratica abbastanza ovvia, se ho un carico che richiede tot ampere e tot volt devo fare un alimentatore che li fornisca e con un certo margine di sicurezza.

Se io so, per esempio, che sto costruendo un amplificatore da 10W in classe A pura, so che esso assorbirà almeno 40W (e siamo nel caso ideale) perchè ha un rendimento massimo teorico del 25%, in realtà dovrò considerarne almeno 45W.

Questo vuol dire che il mio alimentatore dovrà essere in grado, per non stare sempre troppo sotto sforzo, di fornire 50W o anche di più.

In più devo considerare che determinati punti del circuito avranno necessità di tensione e corrente particolari e perciò dovrò fare in modo che il mio alimentatore fornisca queste tensioni e queste correnti.

Per questo io devo prima definire con precisione il mio progetto, dopodichè costruire un alimentatore adeguato.
L\'uso del tasto \"CERCA\" non provoca impotenza!

Alex

dunn
Diyer Aiutante
Diyer Aiutante
Messaggi: 71
Iscritto il: 13/02/2009, 13:57

Re:Alimentatori e cadute di tensione

Messaggio da dunn » 13/05/2009, 11:36

simbol ha scritto: Ciao dnn, alla prima ti rispondo io!
Se vuoi conoscere un valore efficace, allora devi dividere il valore massimo per sqrt(2). Questo vale solo nel caso di segnali sinusoidali, quindi quelli che interessano a noi!
Tutto deriva dal fatto che il valore efficace (rms) si ottiene facendo la radice quadrata della media dei quadrati di tutti i valori campionati del segnale. Scusa il gioco di parole!
u
Xrms=sqrt[(X,1^2+X,2^2+...+X,N^2)/N]=Xmax/sqrt(2)
eh eh mi hai dato spunto per rispolverare il Nerio Neri ( i radioamatori sanno di cosa parlo... ). Se ho ben capito quando si parla di trasformatore con uscita di 200 volt AC si intende la tensione efficace, quando andiamo a raddrizzare e livellare ci troviamo la tensione di picco data dalla formula di cui sopra!
Per Mario :  :fire3: no non ti lincio la risposta alla mia domanda me l'ha data simbol, era effettivamente quello che volevo sapere.
Per Alex : si siamo d'accordo sui dimensionamenti e sovradimensionamenti ma per conoscere la caduta di tensione provocata dal TU  :trip: devo banalmente applicare la legge di ohm? Quando sul datasheet trovo  che con un'anodica di 250 v devo utilizzare un TU di 5000 ohm i 250 v sono quelli applicati al TU o quelli che trovo direttamente sull'anodo  :ops: Mi sto creando un problema irrilevante ?

Avatar utente
_Alex_
Garzone di Roger Mayer
Garzone di Roger Mayer
Messaggi: 1219
Iscritto il: 20/06/2008, 5:37
Località: Campobasso

Re:Alimentatori e cadute di tensione

Messaggio da _Alex_ » 13/05/2009, 16:25

Aspè, il trasformatore di uscita è una cosa, quello dell'alimentazione è un'altra.

Il trasformatore di uscita va dimensionato per la potenza del finale in W + il margine di sicurezza e per l'impedenza, sempre del finale, stop, anche se la tensione di alimentazione viene applicata al trafo.

Ma l'impedenza di uscita del finale non dipende dal valore di tensione applicata alla placca.

In regime statico la caduta di tensione sul trasformatore di uscita è dovuta esclusivamente alla sua resistenza interna (è dell'ordine di 1 o 2 Volt, perciò la tensione di placca e quella applicata al Tu sono approssimabili), in regime dinamico all'impedenza dell'avvolgimento a seconda della frequenza del segnale da amplificare.

La legge di Ohm è sempre valida, solo che il valore dell'impedenza non è di semplice determinazione per segnali troppo variabili.

Mi spiego, se inietto volontariamente un segnale di frequenza f nell'amplificatore io potrò calcolare la reattanza induttiva come:
Xl=2 P f L

P è il pi greco, f la frequenza, L l'induttanza.
L'impedenza varrà Z=R+jXl

Ma mentre suoniamo il segnale non ha sempre la stessa frequenza, perciò l'impedenza varierà nel tempo a seconda di quello che suoniamo, variando la risposta del trasformatore e la caduta di tensione ai suoi capi.

Se tracciassi l'andamento nel tempo di quello che ho suonato potrei calcolare istante per istante quanto valeva l'impedenza dell'avvolgimento del trafo di uscita e quanto la caduta di tensione ai suoi capi, sempre con la legge di Ohm.

L'alimentazione è una storia diversa, sicuramente l'impedenza caratteristica dell'alimentatore vista dal circuito influisce sul suono (anche se in maniera diversa dal trafo di uscita), ma questo significa solo che progettato tutto bisogna testarlo e verificare che non ci siano problemi, altrimenti apportare le modifiche necessarie allo schema fino a stabilizzare tutta la situazione.
L\'uso del tasto \"CERCA\" non provoca impotenza!

Alex

Avatar utente
Kagliostro
Amministratore
Amministratore
Messaggi: 9499
Iscritto il: 03/12/2007, 0:16
Località: Prov. di Treviso

Re:Alimentatori e cadute di tensione

Messaggio da Kagliostro » 16/05/2009, 1:22

Ciao

qui una guida (della Hammond) per la selezione dei trasformatori - semplice e di facile consultazione

http://www.hammondmfg.com/pdf/5c007.pdf

Kagliostro

Rispondi