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da _Alex_ » 13/05/2009, 16:25
Aspè, il trasformatore di uscita è una cosa, quello dell'alimentazione è un'altra.
Il trasformatore di uscita va dimensionato per la potenza del finale in W + il margine di sicurezza e per l'impedenza, sempre del finale, stop, anche se la tensione di alimentazione viene applicata al trafo.
Ma l'impedenza di uscita del finale non dipende dal valore di tensione applicata alla placca.
In regime statico la caduta di tensione sul trasformatore di uscita è dovuta esclusivamente alla sua resistenza interna (è dell'ordine di 1 o 2 Volt, perciò la tensione di placca e quella applicata al Tu sono approssimabili), in regime dinamico all'impedenza dell'avvolgimento a seconda della frequenza del segnale da amplificare.
La legge di Ohm è sempre valida, solo che il valore dell'impedenza non è di semplice determinazione per segnali troppo variabili.
Mi spiego, se inietto volontariamente un segnale di frequenza f nell'amplificatore io potrò calcolare la reattanza induttiva come:
Xl=2 P f L
P è il pi greco, f la frequenza, L l'induttanza.
L'impedenza varrà Z=R+jXl
Ma mentre suoniamo il segnale non ha sempre la stessa frequenza, perciò l'impedenza varierà nel tempo a seconda di quello che suoniamo, variando la risposta del trasformatore e la caduta di tensione ai suoi capi.
Se tracciassi l'andamento nel tempo di quello che ho suonato potrei calcolare istante per istante quanto valeva l'impedenza dell'avvolgimento del trafo di uscita e quanto la caduta di tensione ai suoi capi, sempre con la legge di Ohm.
L'alimentazione è una storia diversa, sicuramente l'impedenza caratteristica dell'alimentatore vista dal circuito influisce sul suono (anche se in maniera diversa dal trafo di uscita), ma questo significa solo che progettato tutto bisogna testarlo e verificare che non ci siano problemi, altrimenti apportare le modifiche necessarie allo schema fino a stabilizzare tutta la situazione.
L\'uso del tasto \"CERCA\" non provoca impotenza!
Alex