Nel tuo caso il primario del TU ha un carico che sarebbe quello della placca e delle finali, che viene trasformato da X mila ohm a pochi ohm (4-8-16) disponibili sul secondario. Se tu scolleghi uno dei due poli del cono, che sarebbe il carico del secondario (praticamente cio' che assorbe l'energia sparata al primario), apri il circuito e lasci il secondario senza carico --> il cono e' fisicamente collegato, ma lo switch apre il circuito e toglie il carico.
Cosa succede? Che l'energia in ingresso sul primario viene comunque mandata e trasformata, ma il secondario non sa dove scaricarla e rischi di fondere il trafo.
Ora non e' il tuo caso perche' la cosa e' temporanea e dura pochi secondi, ma a lungo andare (anni) puo' pregiudicare l'ottimo funzionamento dell'ampli.
POP DI ACCENSIONE ampli
Re:POP DI ACCENSIONE ampli
Live another day, climb a little higher, find another reason to stay...
Re:POP DI ACCENSIONE ampli
quindi devo scegliere se fregarmi il cono o il trafo?

la soluzione ideale sarebbe un circuito anti pop da inserire immagino


la soluzione ideale sarebbe un circuito anti pop da inserire immagino

Ignoranti quem portum petat nullus suus ventus est
Re:POP DI ACCENSIONE ampli
Scusatemi, ma se c'è un modo per essere sicuri che il trasformatore non si bruci è proprio farlo lavorare a vuoto.
Se c'è un carico circola corrente, se non c'è un carico non ne circola ed il riscaldamento per effetto Joule è dovuto unicamente alla corrente che circola nel primario, quindi è molto più contenuto.
Dirò di più, i produttori di trasformatori, in fase di test, fanno prove apposite sia a vuoto che in corto circuito, con la differenza che a vuoto lo fanno lavorare al max della tensione nominale, cioè alla tensione cui poi il trasformatore lavorerà una volta montato, in corto circuito lo si fa lavorare al 5-6% della tensione nominale per non bruciarlo per l'effetto Joule di cui sopra; le prove servono a misurare le perdite del trasformatore ed il suo rendimento, cioè la sua qualità.
Non so perchè si mettono in giro leggende metropolitane, quello che non deve lavorare a vuoto è il finale, ma con il trasformatore collegato il carico è il primario del trasformatore, quindi è tutto ok.
La situazione cambia negli amplificatori a stato solido che spesso non hanno trasformatore, allora si che lavorare senza cono è pericoloso.
Se proprio vogliamo stare tranquilli possiamo mettere una res da pochi Ohm (una decina al max) tra i capi del primario del trasformatore e le placche delle finali, con capacità di dispersione di 5W (mi tengo alto) così se ci sono sovracorrenti le dissipa lei e la perdita che abbiamo in termini di potenza è minima.
Se c'è un carico circola corrente, se non c'è un carico non ne circola ed il riscaldamento per effetto Joule è dovuto unicamente alla corrente che circola nel primario, quindi è molto più contenuto.
Dirò di più, i produttori di trasformatori, in fase di test, fanno prove apposite sia a vuoto che in corto circuito, con la differenza che a vuoto lo fanno lavorare al max della tensione nominale, cioè alla tensione cui poi il trasformatore lavorerà una volta montato, in corto circuito lo si fa lavorare al 5-6% della tensione nominale per non bruciarlo per l'effetto Joule di cui sopra; le prove servono a misurare le perdite del trasformatore ed il suo rendimento, cioè la sua qualità.
Non so perchè si mettono in giro leggende metropolitane, quello che non deve lavorare a vuoto è il finale, ma con il trasformatore collegato il carico è il primario del trasformatore, quindi è tutto ok.
La situazione cambia negli amplificatori a stato solido che spesso non hanno trasformatore, allora si che lavorare senza cono è pericoloso.
Se proprio vogliamo stare tranquilli possiamo mettere una res da pochi Ohm (una decina al max) tra i capi del primario del trasformatore e le placche delle finali, con capacità di dispersione di 5W (mi tengo alto) così se ci sono sovracorrenti le dissipa lei e la perdita che abbiamo in termini di potenza è minima.
L\'uso del tasto \"CERCA\" non provoca impotenza!
Alex
Alex