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Circuiti standardizzati

Inviato: 27/08/2008, 18:41
da mg66
Ciao

Rieccomi qua con la solita domanda da neofita :tapai:. Nell'osservare alcuni schemi di effetti ho notato che ognuno ha un input buffer diverso rispetto agli altri. In considerazione del fatto che mi piacerebbe progettarmi (sempre facendo riferimeno a progetti già esistenti) qualche pedalozzo mi è balenata in mente una domanda:
Considerando che:
1) l'Input buffer ha il compito di filtrare il segnale ad alta impedenza dalle frequenze di disturbo e di restituire un segnale a bassa impedenza pulito ed amplificato
2) Il tono-volume serve a variare le frequenze ed il volume di uscita del segnale
3) L'output buffer ha il compito di amplificare il segnale proveniente dal tono-volume amplificarlo filtrarlo dalla componente continua ed inviarlo al jack d'uscita
4) L'alimentazione deve fornire, solitamente, +9V e +4,5V, tranne i casi in cui necessita un regolatore di tensione a parte (solitamente +5v)
E' possibile utilizzare un'unico schema per i vari tipi di effetti oppure è davvero necessario che ogni effetto abbia un circuito dedicato?  :????:

Traduco, posso utilizzare gli schemi dell'alimentazione (regolatori a parte), dell'input buffer, del tono-volume e dell'output buffer di un distorsore per progettare un delay od un echo etc.?
:Gra_1:

Re: Circuiti standardizzati

Inviato: 27/08/2008, 19:28
da mick
mg66 ha scritto: 1) l'Input buffer ha il compito di filtrare il segnale ad alta impedenza dalle frequenze di disturbo e di restituire un segnale a bassa impedenza pulito ed amplificato
Eh no... Il buffer HA una impedenza in ingresso molto grande (idealmente infinita) ed una di uscita molto piccola... Cosa vuol dire? Vuol dire che un buffer NON ASSORBE CORRENTE (idealmente) dalla sorgente a cui è connesso ed è in grado di erogare correnti molto alte al circuito che gli viene connesso subito dopo... Un buffer NON AMPLIFICA, svolge solo il ruolo di adattare l'impedenza (l'impedenza è la trasposizione del concetto di resistenza in regime sinusoidale o comunque alternato, visto che in quest'ultimo caso è sempre possibile adottare lo sviluppo di Fourier)
mg66 ha scritto: 2) Il tono-volume serve a variare le frequenze ed il volume di uscita del segnale
Le frequenze più che variate vengono attenuate o, più raramente, accentuate....
mg66 ha scritto: 3) L'output buffer ha il compito di amplificare il segnale proveniente dal tono-volume amplificarlo filtrarlo dalla componente continua ed inviarlo al jack d'uscita
No, vedi sopra....
mg66 ha scritto: 4) L'alimentazione deve fornire, solitamente, +9V e +4,5V, tranne i casi in cui necessita un regolatore di tensione a parte (solitamente +5v)
L'alimentazione deve fornire la tensione necessaria al circuito, il fatto che poi si utilizzi anche i 4,5V è dovuto al fatto che negli stadi amplificatori non viene quasi mai utilizzata un'alimentazione duale....
mg66 ha scritto: E' possibile utilizzare un'unico schema per i vari tipi di effetti oppure è davvero necessario che ogni effetto abbia un circuito dedicato?   :????:

Traduco, posso utilizzare gli schemi dell'alimentazione (regolatori a parte), dell'input buffer, del tono-volume e dell'output buffer di un distorsore per progettare un delay od un echo etc.?
Si, ma a che scopo? Voglio dire... ogni effetto è cosituito da stadi diversi... certo, un buffer è sempre un buffer e anche se in linea teorica la sua presenza non dovrebbe alterare minimamente il segnale, in realtà ogni possibile configurazione conferisce al circuito una risposta diversa....

Comunque, senza polemica.... L'impegno è sicuramente lodevole ma dal mio punto di vista stai facendo "il passo più lungo della gamba"... Non ha senso cominciare dalle basi? Ti sono perfettamente chiari i concetti di impedenza, filtro, frequenze, etc?
E' come cercare di costruire un aereo senza sapere come fa un aereo a volare...  :numb1:

Re: Circuiti standardizzati

Inviato: 27/08/2008, 22:39
da mg66
mick ha scritto: Eh no... Il buffer HA una impedenza in ingresso molto grande (idealmente infinita) ed una di uscita molto piccola... Cosa vuol dire? Vuol dire che un buffer NON ASSORBE CORRENTE (idealmente) dalla sorgente a cui è connesso ed è in grado di erogare correnti molto alte al circuito che gli viene connesso subito dopo... Un buffer NON AMPLIFICA, svolge solo il ruolo di adattare l'impedenza (l'impedenza è la trasposizione del concetto di resistenza in regime sinusoidale o comunque alternato, visto che in quest'ultimo caso è sempre possibile adottare lo sviluppo di Fourier)
L'impedenza alta a cui mi riferivo era quella proveniente dalla chitarra che notoriamente va da qualche centinaia di ohm a qualche migliaia di ohm in base ai pick up che si utilizzano e l'amplificazione era intesa come guadagno sul segnale d'entrata (poi vado a leggere di Fourier), comunque vi autorizzo a ricoprirmi di spiegazioni dettagliate. :banra:
mick ha scritto: Le frequenze più che variate vengono attenuate o, più raramente, accentuate....
Ho sbagliato termine :ops:
mick ha scritto: L'alimentazione deve fornire la tensione necessaria al circuito, il fatto che poi si utilizzi anche i 4,5V è dovuto al fatto che negli stadi amplificatori non viene quasi mai utilizzata un'alimentazione duale....
Si, ma a che scopo? Voglio dire... ogni effetto è cosituito da stadi diversi... certo, un buffer è sempre un buffer e anche se in linea teorica la sua presenza non dovrebbe alterare minimamente il segnale, in realtà ogni possibile configurazione conferisce al circuito una risposta diversa....
Ammetto di essere un pò ermetico :muro:; con standardizzazione intendevo di utilizzare lo stessa sequenza di resistenze e di condenzsatori e/o partirori resistivi (se richiesta l'alimentazione duale). Se la funzione dell'input buffer è lo stesso per tutti allora perchè non utilizzare lo stesso (stesse resistenze stessi condensatori stesso transistor). Lo scopo è quello di semplicare lo schema perchè molti schemi che ho visto, privati degli stadi che vorrei standardizzare, sembrano più abbordabili (divide et impera).
mick ha scritto: Comunque, senza polemica.... L'impegno è sicuramente lodevole ma dal mio punto di vista stai facendo "il passo più lungo della gamba"... Non ha senso cominciare dalle basi? Ti sono perfettamente chiari i concetti di impedenza, filtro, frequenze, etc?  E' come cercare di costruire un aereo senza sapere come fa un aereo a volare...  :numb1:
Assolutamente nessuna polemica  :beer:  Sto leggendo molto (ho comprato un libro per universitari  :muro: per cui ora devo prenderne uno per ITIS) e molto sto imparando da voi  ma, come ho già detto da qualche parte, quella che mi manca è la parte pratica. Sto cercando di famigliarizzare con le varie grandezze, alcune facilmente comprensibili ed altre un un pò più ostiche soprattutto questa famosa impedenza. E' la sorella sinusoidale della resistenza ma ha dei risvolti decisamente più complessi (certo che se qualcuno  :pardon1:  ci volesse proprio fare una lezioncina male non ci starebbe).

P.S.
Quanto agli aerei ... visto il periodo tenevo a specificare che ... non li ho costruiti io :ops:

Re: Circuiti standardizzati

Inviato: 28/08/2008, 0:33
da mick
mg66 ha scritto: Sto cercando di famigliarizzare con le varie grandezze, alcune facilmente comprensibili ed altre un un pò più ostiche soprattutto questa famosa impedenza. E' la sorella sinusoidale della resistenza ma ha dei risvolti decisamente più complessi
E' impossibile esaurire in poche righe il concetto di impedenza, soprattutto se si cerca di spiegarne il significato in termini molto semplici....
Come prima semplificazione posso dire che in regime continuo tensione e corrente su un carico resistivo sono strettamente legate dalla legge di Ohm secondo cui la tensione è proporzionale alla corrente secondo la resistenza del carico.... In regime sinusoidale la legge di Ohm mantiene la sua validità (così come i principi di Kirchoff) ma le grandezze non sono più costanti: così come in continua la resistenza rappresenta "l'ostacolo" offerto al passaggio della corrente continua, in alternata l'impedenza rappresenta "l'ostacolo" offerto al passaggio della corrente che in questo caso però assume un andamento sinusoidale... (faccio riferimento sempre al regime sinusoidale in virtù della scomposizione in serie di Fourier)
L'impedenza inoltre assume forme diverse a seconda del bipolo che si considera e dipende dalla frequenza dei segnali considerati...

Probabilmente adesso la situazione è meno chiara ancora rispetto all'inizio ma credo che stiamo veramente andando troppo avanti  :numb1:
Dammi retta: comincia con la definizione di carica elettrica  :numb1:

:bye1:

Re: Circuiti standardizzati

Inviato: 28/08/2008, 20:08
da mg66
mick ha scritto: Dammi retta: comincia con la definizione di carica elettrica.
In realtà non sono proprio all'asciutto e da buon chimico ho una certa famigliarità con gli elettroni. Ho trovato molto abbordabili sia la legge di Ohm che quella di Kircchoff, anche perché molto "visibili", tensione (o differenza di potenziale), corrente, resistenza, potenza  sono grandezze con cui non ho problemi, i veri problemi cominciano quando si comincia a parlare proprio di impedenza anche perché è difficilmente visibile.
A questo punto non può mancare...

Domanda: Dove posso trovare una spiegazione sufficientemente chiara sul'impedenza?
Risposta: Prenditi un libro di testo e comincia dalla prima pagina.
Domanda: Un titolo in particolare?
Risposta: Basta un testo degli istituti tecnici.
Domanda: Tu che hai letto sicuramente più di un libro quale hai trovato più comprensibile? (alla fine si ricade sempre li)

Quello che mi porta fuori è che mentre una resistenza è un oggetto fisico che comporta una modifica fisica nel flusso di corrente mediante perdita di calore (tutte cose tastabili) l'impedenza non riesco a visualizzarla. Testi di elettrotecnica/elettronica riferiti al campo musicale non ne esistono?

Re: Circuiti standardizzati

Inviato: 28/08/2008, 20:38
da mick
mg66 ha scritto: In realtà non sono proprio all'asciutto e da buon chimico ho una certa famigliarità con gli elettroni. Ho trovato molto abbordabili sia la legge di Ohm che quella di Kircchoff, anche perché molto "visibili", tensione (o differenza di potenziale), corrente, resistenza, potenza  sono grandezze con cui non ho problemi, i veri problemi cominciano quando si comincia a parlare proprio di impedenza anche perché è difficilmente visibile.
A questo punto non può mancare...

Domanda: Dove posso trovare una spiegazione sufficientemente chiara sul'impedenza?
Risposta: Prenditi un libro di testo e comincia dalla prima pagina.
Domanda: Un titolo in particolare?
Risposta: Basta un testo degli istituti tecnici.
Domanda: Tu che hai letto sicuramente più di un libro quale hai trovato più comprensibile? (alla fine si ricade sempre li)

Quello che mi porta fuori è che mentre una resistenza è un oggetto fisico che comporta una modifica fisica nel flusso di corrente mediante perdita di calore (tutte cose tastabili) l'impedenza non riesco a visualizzarla. Testi di elettrotecnica/elettronica riferiti al campo musicale non ne esistono?

Allora, proviamo a scendere nello specifico....
Il regime continuo è un caso particolare del regime sinusoidale, il quale a sua volta è un caso particolare del regime periodico che infine è un caso particolare del regime aperiodico... Lo studio dei circuiti in regime sinusoidale può essere condotto in modi diveris: è possibile impostare lo studio utilizzando le espressioni delle correnti e delle tensioni (cioè i valori istantanei in funzione del tempo) e risolvere i circuiti per mezzo delle leggi di kirchoff delle tensioni e delle correnti e utilizzando i vari metodi di calcolo (teorema di Thevennin, metodo dei potenziali ai nodi, teorema di sostituzione, metodo di sovrapposizione degli effetti, etc....)... In questo modo ci si trova a risolvere un sistema di equazioni differenziali a coefficienti costanti che devono tenere conto del modello matematico di ogni bipolo (ad esempio la relazione tensione corrente di un'induttanza è del tipo v=L di/dt)... Il calcoli diventano piuttosto laboriosi ma comunque non impossibili e, se il circuito è costituito da poche maglie, possono essere risolti abbastanza agevolmente.

Una soluzione alternativa fa uso della trasformata di Steinmetz: ad ogni grandezza sinusoidale (corrente e tensione) viene associato un numero complesso (rappresentato nel piano complesso da un fasore) che al punto di vista dei calcoli sono molto più facili da gestire rispetto  ad una funzione del tempo: nei bipoli passivi ideali (resistore, condensatore e induttanza) i fasori che rappresentano tensioni e correnti sono vincolati da relazioni di proporzionalità che nel campo complesso sono dati dall'operatore reale R e da quelli reali jXl e jXc. Ebbene, tutto cià premesso si definisce impedenza di un bipolo passivo in regime sinusoidale l'operatore compleeso

  Z = V/I

il modulo dell'impedenza quindi è pari al rapporto tra i valori efficaci di tensoine e corrente del bipolo e l'argomento è pari alla fase con cui il fasore della tensione è in anticipo sulla corrente

Questa è una spiegazione abbastanza formale del significato di impedenza, ho peggiorato la situazione? 

:bye1:


P.S. per quanto riguarda i libri: dipende molto dalle tue conosccenze di fisica e matematica.... Se i principi fisici dell'elettromagnetismo ti sono ben chiari puoi orientarti su un testo universitario di elettrotecnica base (ce ne sono molti, è difficile consigliartene uno)
Se invece la fisica che sta alla base dell'elettromagnetismo non l'hai mai approfondita credo sia meglio orientarsi su un testo per istituti tecnici, un riferimento un questo caso  è l'Olivieri-Ravelli... Buono studio!  :numb1:

P.S.2 anche l'impedenza analogamente ad una resistenza produce efetti "tastabili": un relè che commuta deve la sua azione alla presenza di una induttanza che è una forma particolare di impedenza... Rimanendo in a,mbito musicale l'effetto di un cavo molto lungo che taglia le medio alte è dovuto all'impedenza capacitiva del cavo che fisicamente non si vede, ma si fa sentire in misura sempre maggiore con la lunghezza del cavo  :numb1:

Re: Circuiti standardizzati

Inviato: 28/08/2008, 21:03
da mg66
Sei stato talmente chiaro che ho capito di avere bisogno dell'Olivieri-Ravelli

:Gra_1: