Inizialmente tale funzione veniva svolta da trasformatori specifici:
Col tempo però si iniziarono ad utilizzare valvole in configurazione split-load, in quanto la banda passante era comunque molto buona, il costo minore, e soprattutto si evitavano problemi di rumore captato dai trasformatori:
Si iniziò quindi anche ad usare un sistema di retroazione per aumentare la potenza e diminuire la distorsione dei finali:
Da qui anche la necessità di inserire un controllo presence per aumentare l'attacco, la presenza e le armoniche del finale:
In alcune applicazioni possiamo avere anche un depth fisso per aumentare i bassi in base ai tagli che sono stati fatti sul pre, dando corpo all'intero amplificatore senza aggiungere ulteriori controlli:
Altri amplificatori, come ad esempio il 5150 (ma anche la SLO100 e molti altri) hanno un controllo sia sugli alti sia sui bassi, chiamato solitamente depth:
La Marshall sul suo JCM2000 ha introdotto un gyrator per avere un effetto diverso. Il depth non varia più frequenza ed intensità con un solo controllo, ma la frequenza è fissa (determinata dal LC simulato dall'operazionale in configurazione gyrator) e varia unicamente l'intensità del boost. Un sistema simile ma ad induttanza è utilizzato sulla Bogner Ubershall:
Altro controllo interessante è il Focus delle Rivera (in questo caso la Knucklehead), che in altre testate si chiama Dampen, che permette di variare la rispsota del finale da fermo e rigido tipo soldano a pieno di armoniche tipo plexi, e tutto quello che ci sta in mezzo:
Estremizzazione dei controlli sul finale è il Mesa 2:90, in cui vi sono diverse configurazioni di feedback e molti tagli di frequenza sia sul finale sia sulla Phase inverter:
..ovviamente la retroazione si può usare anche sui finali single ended, ma la risposta è giocoforza diversa:
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